È stato un pomeriggio di preghiera corale e intenso ascolto quello trascorso dai consacrati della diocesi di Nola, lo scorso 3 febbraio, presso il Santuario della Madonna della Neve in Torre Annunziata, in occasione della 28esima Giornata mondiale della vita consacrata.
«Grazie per il vostro esserci - ha detto il vescovo di Nola, Francesco Marino, a conclusione del momento celebrativo -. Grazie per il servizio concreto in questa chiesa diocesana, nella chiesa di Nola, nelle comunità e con le persone di questo territorio. Vi ringrazio e vi esorto ad esserci ancora di più, in particolare con la preghiera e con la partecipazione all'Eucaristia, centrale nella nostra vita di fede, come ci ricorda proprio il passo dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35) che abbiamo ascoltato. Forse la migliore pastorale che ogni comunità possa fare è proprio quella di valorizzare l'Eucaristia, la Messa domenicale».
A Torre Annunziata i consacrati della diocesi di Nola per un momento di ascolto e meditazione
Insieme al vescovo diocesano, monsignor Francesco Marino, e guidati dal vicario episcopale per la vita consacrata, il domenicano padre Gianpaolo Pagano, i membri dei diversi istituti di vita consacrata presenti nel territorio della Chiesa di Nola, hanno meditato sul tema "Sulla strada di Emmaus. In ascolto come i due discepoli", mettendo al centro della riflessione e del confronto l'icona biblica scelta dalla Chiesa italiana per la Fase sapienziale del Cammino sinodale.
«Insieme alla Chiesa, che sta vivendo la Fase sapienziale del Cammino sinodale, torniamo a riascoltarci e ad ascoltare il Maestro per evitare il rischio di cui ha parlato il Papa nel suo discorso lo scorso 2 febbraio: rischiamo di addormentarci e archiviare la speranza, e questo è l’anticamera della morte. Invece, ha detto ancora papa Francesco, dobbiamo recuperare la passività, positiva, sana dello spirito, per non lasciarci travolgere dalle attività e fare spazio dentro di noi all’azione di Dio. Per recuperare questa passività dello spirito abbiamo quindi bisogno di fermarci e dedicare questi momenti all’ascolto», ha sottolineato padre Pagano nell'introdurre il momento di preghiera.
Come a Emmaus per imparare uno stile nuovo di ascolto
Dopo l'ascolto di alcune testimonianze e la delicata danza della luce ideata per richiamare la luce di Gesù Cristo che viene a rischiarare tutta l'umanità, madre Antonella La Porta, canossiana della Comunità di Avella (Av), ha tenuto la meditazione sul tema della giornata.
«La Vita Consacrata, come la Chiesa, oggi sta attraversando un momento di grande opportunità: l’opportunità di ripensarsi alla luce del Vangelo, di discernere per separare ciò che nella nostra vita è secondo il Vangelo da ciò che non lo è. Tante volte anche noi ci accomodiamo a vivere come vive il mondo, ci siamo mondanizzati, siamo alla continua ricerca di un nostro benessere. Con il Cammino sinodale la Chiesa sta tentando di indicarci nuovamente la strada della comunione che dovrebbe caratterizzare la nostra vita di fratelli e sorelle chiamati a vivere insieme condividendo la vita quotidiana, la preghiera, il lavoro, il servizio, in continuo discernimento verso il cammino che il Signore ci indica di percorrere nell’oggi. La vita comune è la forma che il Signore ha scelto per la nostra santità», ha esordito madre La Porta per poi soffermarsi sul passo del Vangelo di Luca che narra dell'incontro con il Signore dei due discepoli in cammino per Emmaus, evidenziando l'avvicinarsi del Signore, il suo mettersi accanto, l'avere compassione della tristezza dei due discepoli ma anche il suo incoraggiarli con forza, il suo fermarsi con loro.
E la presenza del Signore aiuta i discepoli a ritrovare la passione. «La confusione, la fatica e la delusione iniziale si è trasformata, grazie alla presenza e al modo di porsi di Gesù, in pace e serenità. Gesù ha riacceso i lori cuori del fuoco della missione», ha aggiunto madre La Porta, per poi evidenziare la gioia della loro comunione e il loro camminare insieme: «Fanno ritorno “senza indugio” a Gerusalemme, da cui si erano allontanati, per raccontare alla comunità la gioia dell’incontro con Gesù, per sentirsi nuovamente parte di una fraternità in cammino, chiamata a testimoniare quanto Gesù continua ad operare».
«E noi che siamo chiamati e inviati dal Signore, tra i fratelli e le sorelle, a raccontare di Lui con la nostra vita, sappiamo esprimere, anche tra di noi, vicinanza, compassione e tenerezza?», si è chiesta la madre canossiana a conclusione della sua riflessione. «Nelle nostre comunità facciamo fatica ad ascoltarci in profondità, a farci prossimo dei fratelli e delle sorelle, a vivere la nostra umanità scambiandoci anche attenzioni e tenerezza - ha aggiunto -. Possiamo assumere un nuovo stile di ascolto e di vita fraterna, dentro e fuori le nostre comunità, solo ripartendo da Cristo, dal Vangelo ascoltato, meditato e vissuto, e lasciandoci muovere dallo Spirito».
Madre Antonella La Porta: dall'Azione Cattolica alle Canossiane, passando per la Gmg
Madre Antonella La Porta nasce a San Marco in Lamis (FG) il 24 gennaio 1971 e si forma tra le fila dell’Azione Cattolica parrocchiale. Dopo gli studi liceali, si iscrive all’Università a L’Aquila dove consegue la laurea in Matematica. A L’Aquila comincia a frequentare la Cappella Universitaria dei Padri Gesuiti e si fa sempre più vivo il desiderio di donazione al Signore. L’esperienza della Gmg di Parigi, a cui partecipa con alcuni della sua parrocchia e della Pastorale giovanile diocesana la segna profondamente. Dopo la Laurea e un cammino di discernimento vocazionale entra tra le Figlie della Carità Canossiane, Serve dei Poveri a Foggia. Nel 2002 fa la Prima Professione e nel 2009 la Professione Perpetua, pronunciando il suo sì per sempre al Signore. Durante i primi anni di formazione consegue anche il Diploma Magistrale di Scienze Religiose. Vive varie esperienze nelle diverse realtà in cui viene inviata, tra cui quella di insegnante di Religione e di Coordinatrice della scuola primaria canossiana e di pastorale parrocchiale, prevalentemente a contatto con i giovani e, a Bologna anche con le studentesse universitarie. Da settembre 2022 è ad Avella dove si occupa dell’accoglienza dei vari gruppi, famiglie, giovani che chiedono di soggiornare nella Casa per esperienze religiose, familiari, culturali, scolastiche. E’ impegnata anche in parrocchia nelle varie attività, particolarmente con i Giovani di Azione Cattolica.