I seminaristi nolani Pacia e Prisco saranno istituiti lettori

Il prossimo sabato 21 dicembre, il vescovo Francesco Marino presiederà la Celebrazione eucaristica presso la cappella del Seminario vescovile

Il prossimo sabato, 21 dicembre, i due seminaristi, Francesco Pacia e Italo Prisco, verranno istitutiti Lettori. La Celebrazione eucaristica sarà presiedueta dal vescovo di Nola, Francesco Marino, alle 18:30, presso la Cappella del Seminario vescovile.

Originario della parrocchia San Michele Arcangelo in Taurano, Pacia è al primo anno di Licenza in teologia e scienze patristiche presso il Pontificio istituto patristico augustinianum di Roma. Classe 1988, ha conseguito la laurea in Filologia classica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e il dottorato in filologia e letteratura latina medievale presso l’Università degli studi di Salerno; dopo il biennio filosofico presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale - sezione san Luigi, ha conseguito il Baccellierato presso la Pontificia università gregoriana di Roma. A Roma svolge servizio presso la parrocchia San Basilio Magno. Prima di entrare in Seminario ha preso parte ai cammini della Gioventù francescana e di Azione cattolica. In Diocesi è segretario del Centro di studi e documentazione su Paolino di Nola.

Prisco è invece originario della parrocchia San Bartolomeo apostolo e Giovanni Battista in Tufino. Nato nel 1999, dopo la maturità scientifica, Prisco ha svolto il tempo propedeutico presso il Seminario vescovile di Nola. Ora è iscritto al quinto anno di formazione presso il Pontificio seminario campano interregionale. Svolge da tre anni il servizio pastorale presso la Comunità interparrocchiale di Brusciano. Attualmente è iscritto al quinto anno e sta conseguendo il Baccellierato in Sacra teologia presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale di Napoli.

Lettorato: da ordine minore a ministero istituito

Fin dai primi secoli della vita della Chiesa, la lettura della Parola ha avuto un ruolo centrale in ambito liturgico e pastorale; per questo i lettori affiancavano vescovi, presbiteri e diaconi, svolgendo diversi compiti a servizio delle comunità.  Svolto anche da laici, quello di lettore è però un ministero che con il tempo è stato configurato, insieme a quello dell'accolitato, come tappa verso il sacerdozio (i cosidettiordini minori), e quindi riservato all'ambito clericale e liturgico.

Fu papa Paolo VI, con la Lettera apostolica Ministeria quaedam, a stabilire, nel 1973, che lettorato e accolitato non fossero «più chiamati ordini minori» e a precisare che «il loro conferimento sia denominato non ordinazione ma istituzione, ed ancora che siano e vengano ritenuti propriamente chierici soltanto coloro che hanno ricevuto il Diaconato. In tal modo risalterà anche meglio la distinzione fra chierici e laici, fra ciò che è proprio e riservato ai chierici e ciò che può essere affidato ai fedeli laici; così apparirà più chiaramente il loro vicendevole rapporto, in quanto "il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo propri modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo "(LG 10)».

A distanza di cinquant’anni, papa Francesco ha promulgato il Motu ProprioSpiritus Domini(10 gennaio 2021), con il quale ha disposto l’inclusione delle donnenei ministeri laicali/battesimali con la modifica delcanone 230 (paragafo 2) del Codice di Diritto Canonico,

Identità e compiti del lettore

Nella Notaad experimentumintitolataI ministeri istituiti del lettore, dell’accolito e del catechista, per le chiese che sono in Italia, la Conferenza episcopale italiana ha precisato l'identità e i compiti del lettore: «Il Lettore è istituito per l’ufficio, a lui proprio, di proclamare la Parola di Dio nell’assemblea liturgica (cfr. Ministeria quaedam, n. 5). In particolare, a partire da un assiduo ascolto delle Scritture, richiama la Chiesa intera alla presenza di Gesù, Parola fatta carne, giacché come afferma la costituzione liturgica “è Cristo che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura” (cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 7) - scrivono i vescovi italiani -. Il compito del Lettore si esplica in prima istanza nella celebrazione liturgica, in particolare quella eucaristica, perché sia evidente che la proclamazione della Parola è il luogo sorgivo e normativo dell’annuncio. Al Lettore è affidato il compito di preparare l’assemblea ad ascoltare e i lettori a proclamare con competenza e sobria dignità i passi scelti per la liturgia della Parola. Il Lettore/Lettrice - aggiungono - potrà avere un ruolo anche nelle diverse forme liturgiche di celebrazione della Parola, della liturgia delle Ore e nelle iniziative di (primo) annuncio verso i lontani. A questo si aggiunge il compito più ampio di animare momenti di preghiera e di meditazione (lectio divina) sui testi biblici, con una particolare attenzione anche alla dimensione ecumenica. In generale, egli/ella è chiamato/a ad accompagnare i fedeli e quanti sono in ricerca all’incontro vivo con la Parola, fornendo chiavi e metodi di lettura per la sua retta interpretazione e la sua fecondità spirituale e pastorale».




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