Arriva nella diocesi di Nola la reliquia maggiore delle stimmate di san Francesco d’Assisi, un pezzetto di panno di lino, intriso del sangue del costato del santo poverello, che ha girato la Penisola, in occasione degli ottocento anni del miracolo sul monte Verna.
A Marigliano l'ultima tappa della peregrinatio
Il sacro frammento giungerà in terra nolana sabato 30 novembre 2024, e sarà venerabile, fino al 1 dicembre, presso il santuario francescano della Madonna della Speranza in Marigliano come ultima tappa della peregrinatio: da qui partirà per fare ritorno al santuario sul monte toscano dove san Francesco chiese al Signore di poter condividere la sua passione.
Alle 12:30, a piazza Municipio, il picchetto d’onore della Polizia municipale e gli studenti dell’Istituto superiore “Manlio Rossi Doria” accoglieranno la reliquia, proveniente da Grumo Nevano. Quindi, il reliquiario raggiungerà la Sala consiliare di Marigliano per un primo momento celebrativo - introdotto dal sindaco Peppe Jossa - con la partecipazione di sindaci, consiglieri comunali e regionali.
L'accoglienza del vescovo Marino e le comunità coinvolte
L’iniziativa è promossa dalle comunità parrocchiali di Brusciano, Casalnuovo, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, Pomigliano d’Arco, Sant’Anastasia, San Vitaliano, Scisciano e Somma Vesuviana che, alle 15:30, si ritroveranno presso la parrocchia mariglianese di Santa Maria delle Grazie, per la Santa Messa al cui termine, in processione, la reliquia raggiungerà il santuario della Madonna della Speranza per essere accolta dal vescovo diocesano, Francesco Marino.
«L’arrivo di questo sacro pezzetto di lino, intriso del sangue di san Francesco, vuole essere occasione non solo per meditare sui nostri peccati e quindi sulla nostra relazione con Dio, ma anche sulle ferite che il nostro egoistico agire genera nelle relazioni che viviamo nel quotidiano - spiega padre Giuseppe Sorrentino, rettore del santuario della Madonna della Speranza -. Francesco, quando sale alla Verna per ritirarsi in preghiera, è affranto, non è più sicuro di aver camminato lungo il sentiero segnato da Dio ma crede di aver perseguito suoi personali desideri. Sale ferito da questi dubbi ma anche dalla situazione di incomprensione che la comunità francescana nata intorno a lui stava vivendo. Capisce, Francesco, che doveva ritornare alla fonte della vita perché le relazioni ferite potessero risanarsi. Contemplando il sangue del costato di Francesco, come lui chiederemo al Signore di poter vivere la nostra umanità da operatori di fraternità e pace».