di Giuseppe Trinchese
«Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo» (Laudato si’, 118). Con queste parole, papa Francesco ci invita a riflettere sul rapporto profondo tra l’uomo e il suo ambiente, una relazione che si costruisce anche nelle scelte urbanistiche che riguardano il modo in cui viviamo gli spazi, costruiamo comunità e tuteliamo il Creato. In occasione della Giornata mondiale dell’Urbanistica, questo messaggio risuona come un richiamo a ripensare il modo in cui progettiamo e trasformiamo le nostre città, rendendole più umane, accoglienti e giuste.
I territori raccontano spesso una storia di ferite e squilibri. La Campania, e in particolare il Nolano, ha vissuto trasformazioni edilizie rapide e disordinate nel secondo dopoguerra, che hanno lasciato un segno ostile, compromettendo l’accesso ai servizi e la qualità del paesaggio. Tuttavia, oggi le comunità rispondono in maniera maggiormente consapevole, e si intravede un cambiamento di rotta, un mutamento che necessita di tempo e costanza per invertire le logiche speculative e allargare gli orizzonti del bene comune. Grazie alla cosiddetta “terza missione” delle università, che si impegnano a portare la ricerca e il sapere accademico al servizio della società, sorgono, seppur a macchia di olio, sempre più progetti che puntano alla rigenerazione urbana, alla riqualificazione degli spazi e alla valorizzazione del verde pubblico. Questi interventi non sono solo soluzioni tecniche, ma espressioni di una nuova visione urbanistica che mette al centro la comunità e la tutela ambientale.
Nell’enciclica Fratelli tutti, papa Francesco ci esorta a promuovere una “fraternità universale”, un ideale che trova una sua attuazione anche in città che sappiano essere giuste, dove spazi e servizi siano realmente accessibili a tutti. Alcuni interventi nel Nolano, come la trasformazione di aree dismesse in luoghi di incontro e cultura, testimoniano questo impegno. Creare percorsi sicuri, spazi di socializzazione e aree verdi significa dare vita a luoghi dove ogni persona possa sentirsi inclusa e parte di una comunità, unendo così sviluppo e solidarietà.
Questa visione si lega idealmente a quella di Paolino, vescovo di Nola, che nel V secolo fu guida e conforto per la sua comunità in un tempo di grandi prove e devastazioni, egli lega l’azione pastorale a grandi opere pubbliche. Per il bene della comunità, dei pellegrini e dei poveri, fa lastricare la strada che da Nola giunge alla tomba del presbitero Felice, meta di incessanti pellegrinaggi, chiede l’acqua per il santuario di Cimitile, che gli sarà fornita dalla città di Avella attraverso la costruzione di un acquedotto, ed osserva il crescere delle strutture per l’accoglienza scrivendo nel Carme XVIII “Quel piccolo spazio, consapevole della luce nascosta, fu come l’origine di edifici spaziosi e brilla come gemma incastonata in mezzo alle case allargando gli ampi atri del sacro sepolcro in cinque basiliche, i cui fastigi visti da lontano, danno allo sguardo l’immagine di una grande città”.
Lo stesso Sant’Agostino, suo contemporaneo, nell’opera La città di Dio immaginava una città costruita su valori di giustizia e amore. Oggi, questa “città ideale” può essere vista come un modello per chi opera nelle scelte urbanistiche, ispirando a costruire spazi che non siano solo luoghi fisici, ma simboli di comunione e speranza. Eppure tutto ciò non può realizzarsi senza un impegno condiviso. Le scelte urbanistiche non possono continuare ad essere il frutto delle decisioni di pochi o il risultato di interessi politici ed economici: devono piuttosto rappresentare la sintesi tra la volontà della comunità di oggi e le priorità della comunità del domani. Siamo tutti coinvolti, e tutti siamo responsabili. Ognuno di noi può contribuire a creare spazi migliori, e la partecipazione attiva dei cittadini è fondamentale per orientare queste scelte verso il bene comune. La Chiesa locale, con la sua rete di parrocchie e centri di ascolto, sostiene e promuove questa partecipazione, accompagnando le comunità in un cammino di rigenerazione urbana.
La Giornata mondiale dell’Urbanistica ci ricorda che il futuro delle nostre città è nelle nostre mani. Costruire città capaci di accogliere, di rispettare la natura e di promuovere la dignità umana è un compito comune. Come comunità, siamo chiamati a fare ciascuno la propria parte per trasformare i luoghi che abitiamo in segni di speranza, giustizia e solidarietà, nel rispetto del Creato e per il bene di tutti.