Gentilezza: un necessario atto di silenziosa ribellione

La riflessione della scrittrice Maria Rosaria Ricci, consigliera nazionale del Centro volontari della sofferenza, in occasione della Giornata mondiale della gentilezza che si celebra oggi 13 novembre

di Maria Rosaria Ricci

Diventa paradossale pensare al termine gentilezza nella società odierna, la stessa che, troppo spesso, evidenzia quanto ciascuno di noi sia distante dagli altri, condizionato dalla mania degli smartphone e dei social network, colpevolizzati sempre più per lo smarrimento di determinati valori.

A questi strumenti non solo attribuiamo la perdita di valori, ma li giustifichiamo per il prevalere di atteggiamenti di vulnerabilità che emergono nella nostra quotidianità, influenzando i nostri stili di vita. Tutto ciò oggi, più di ieri, ci porta a cercare risposte e soluzioni per tutto. Dichiariamo con leggerezza la nostra irascibilità e vulnerabilità, atteggiamenti in cui si riflette anche l'incolmabile senso di solitudine, nascosto dal bisogno impellente di essere costantemente connessi con gli altri attraverso l'uso dello smartphone e della messaggistica. Così, siamo sì vicini, ma al tempo stesso lontani, con problemi non di poco conto.

I numerosi atti di violenza che ci travolgono quotidianamente minano la profondità dei sentimenti e dei valori che caratterizzano il nostro essere e la nostra inclinazione a sfuggire al male, per lasciare spazio al bene.

Oggi,13 novembre 2024 si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata per promuovere un valore profondo e ricordarci che la gentilezza può essere un faro nella vita quotidiana, un modello che ogni società dovrebbe adottare per favorire un’umanità più compassionevole. Introdotta dal World Kindness Movement nel 1998, questa ricorrenza è celebrata in vari Paesi, tra cui Canada, Australia, Nigeria, Emirati Arabi e Italia.

Il termine "gentilezza" risale al 1300 nella lingua inglese e il suo significato si è consolidato attorno al 1500, assumendo il valore di altruismo e rispetto per la sensibilità altrui. Diversamente da altre ricorrenze, la Giornata della Gentilezza dovrebbe lasciare in ciascuno di noi un segno profondo e duraturo.

La gentilezza deve abitare i luoghi della nostra quotidianità, accompagnandoci  nella riscoperta di termini preziosi come “grazie” e “prego” — parole semplici ma potenti, che riportano all’essenza delle relazioni umane, superando i messaggi di WhatsApp o i post sui social.

La gentilezza per me è un atto di ribellione silenziosa contro l’individualismo e l'egoismo; un promemoria che ci sollecita a scegliere l'accoglienza al posto della chiusura. È come il sorgere dell'arcobaleno dopo la tempesta, una similitudine della bellezza della natura, un risveglio del creato che ci sussurra di essere gentili non solo con le persone, ma con ogni cosa che ci circonda.




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