di Rolando Liguori
I principi di novembre sono per un cattolico dei giorni dal forte valore intrinseco, rappresentativi dell'esigenza e dell'attenzione posta dalla Chiesa sulla santità e la vita eterna. Ciò nonostante, quanto sono rilevanti questi aspetti nella nostra quotidianità? Che rapporto abbiamo con i fedeli defunti e con la chiamata alla santità?
In questa fase storica, ci viene proposto un modello di “uomo/donna” che corre ed è sempre in affanno, persona che deve raggiungere successo, ricchezza e potere ad ogni costo come se fossero gli unici motivi per spendere la propria vita, dunque il fallimento non è contemplato, quindi non accettato e difficilmente sopportato. Dopo la pandemia tali ritmi sono diventati ancora più intensi e frenetici, tutti corrono senza meta ma non sanno che c’è La Meta come valida alternativa, quello che è "...la parte migliore, che non le sarà tolta" (Luca 10,38-42). Addirittura, si rischia di annegare in un mare di indifferenza, perseguendo mere finalità individualiste, promuovendo la retorica dell'io e abbandonando quella del noi.
Dunque bisogna riflettere ed interrogarsi a fondo su come viviamo queste due ricorrenze nella nostra vita: come responsabili cristiani portatori del messaggio del vangelo o come consuetudinari che ricordano senza memoria due date rendendole scarne di significato?
Ma facciamo un passo indietro. Il primo novembre è la solennità di Tutti i Santi. In questo giorno la Chiesa vuole ricordare l’esempio di vita di tutti i santi anche quelli meno conosciuti, non solo quelli proclamati tali dai Papi ma anche quelle persone che nel loro piccolo hanno vissuto da santi.
In questo giorno dovremmo ricordarci di quei parenti, amici e/o conoscenti che noi reputiamo santi per il loro modi di vivere con e per gli altri seguendo la strada indicata dal Nostro Signore. Ed è per questo motivo che la festa di tutti i Santi è legata alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti, i due momenti vanno a braccetto perché tutti i cristiani vanno al cimitero non per farsi del male continuando ad aprire ferite mai cicatrizzate ma per pregare insieme ai nostri fratelli defunti, loro contemplando il volto del Padre e noi al cimitero o a Messa.
Quindi chi contempla il volto di Dio è da considerare santo, impegno che ci è stato donato il giorno del battesimo e non quando festeggiamo la festa onomastica scrivendo post sui social “santo per un giorno”…