Il 17 gennaio la Chiesa ricorda e festeggia Sant'Antonio abate. Tante le comunità parrocchiali che, da nord a sud dell'Italia, si dividono tra fede e tradizioni popolari in questa giornata. Nella diocesi di Nola, la comunità interparrocchiale San Pietro e Immacolata di Cicciano vive la festività di uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa con una serie di eventi socio-culturali e religiosi.
Sant'Antonio abate: un'antica tradizione e devozione a Cicciano
Il giovane Antonio, a soli 20 anni, lasciò tutto per condurre una vita solitaria dedicandosi all'ascesi, alla preghiera e alla contemplazione. Sant'Antonio è nato in Egitto, a Coma, una località sulla riva sinistra del Nilo, intorno all'anno 250 d.C. e morì all'età di 105 anni. Sulla sua figura e sulla sua vita, sono nate diverse tradizioni e devozioni: in particolare, Sant'Antonio è considerato il protettore degli animali e il patrono del fuoco.
«La tradizione della devozione a Sant’Antonio abate nella comunità di Cicciano è molto antica - racconta il parroco della comunità interparrocchiale di Cicciano, don Mariano Amato - . Il culto del Santo è legato alla cura della terra perché Cicciano era un paese prevalentemente agricolo ed era anche molto ricco, essendo una terra molto fertile. Dunque, la devozione a Sant’Antonio nasce per invocare aiuto e preghiera per la terra come custodia».
I discepoli di Sant'Antonio abate tramandarono alla Chiesa la sua sapienza, raccolta in 120 detti e in 20 lettere. Nella Lettera 8, Sant’Antonio scrisse ai suoi: «Chiedete con cuore sincero quel grande Spirito di fuoco che io stesso ho ricevuto, ed esso vi sarà dato».
«Il 17 gennaio è il tempo in cui si programma la semina - aggiunge don Amato - si bruciano i vecchi rami dell’anno trascorso, con il passaggio a un’altra stagione agricola. Si invoca il Santo anche come il protettore degli animali che un tempo erano molto di più una ricchezza ed un bene essenziale per l’agricoltura di questa terra».
Una 'tammurriata' per festeggiare il Santo
La comunità ciccianese vive la memoria del Santo con tanti momenti legati alla tradizione e devozione. Oltre alla consueta processione del carro di Sant'Antonio, prevista per domenica 21 gennaio, alle 9:30, molto attesa è la serata di sabato, 20 gennaio, quando, alle 19:30, è prevista la benedizione del falò presso Largo Sant’Antonio. A seguire, sarà dato spazio ai balli e alle musiche della famosa 'tammurriata'.
«Negli ultimi quarant'anni circa, è nata la tradizione della 'tammurriata' del sabato sera - ha evidenziato don Amato -. Un ritorno ai balli tradizionali per festeggiare il Santo con delle invocazioni particolari».
La festa di Sant'Antonio abata è un'occasione importante anche per alimentare il patrimonio culturale. Evento importante, è infatti il Premio culturale 'Sant'Antonio abate' che quest'anno ha visto partecipare, con una Lectio Magistralis su «Il Vangelo predicato con la vita», don Luigi Maria Epicoco.
Don Epicoco è un presbitero, teologo, filosofo e scrittore italiano; è preside dell'Istituto Superiore Scienze Religiose Fides et Ratio ISSR dell'Aquila. Dal 2014 è docente incaricato di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense. Comunicatore in diverse trasmissioni sia in radio sia in televisione in particolare Radio Vaticana, Telepace, TV2000, Rai2, Rai Radio 2. Il 16 giugno 2021 è nominato assistente ecclesiastico del Dicastero per la comunicazione ed editorialista dell'Osservatore Romano.
Un approfondimento sulla Lectio magistralis di Epicoco, sarà disponibile sull'edizione di inDialogo in uscita il prossimo 28 gennaio.