Chiamati a benedire contemplando il volto di Dio

Alcuni passaggi dell'omelia del vescovo Francesco Marino nella celebrazione di questa mattina, 1 gennaio, per la Solennità di Maria SS. Madre di Dio

Questa mattina, presso la Cattedrale di Nola, il vescovo Francesco Marino ha presieduto la Santa Messa per la Solennità di Maria SS. Madre di Dio.

«"Dio abbia pietà di noi e ci benedica". Questo il ritornello del Salmo che abbiamo ascoltato e pregato. Dio benedice. Anche il popolo benedice. C'è un circolo vitale nella reciproca benedizione di Dio al popolo e del popolo a Dio. Ed è in questo circolo di grazia che noi viviamo come Chiesa questo primo giorno dell'anno dedicato a Maria, Madre di Dio», ha detto monsignor Marino durante l'omelia.

Chiamati a benedire: alcuni passaggi dell'omelia del vescovo di Nola per la Solennità di Maria SS. Madre di Dio 

«Mi piace rinnovare, con la ripetizione delle parole affidate a Mosè nella Prima lettura, perché le consegnasse ad Aronne, la benedizione di Dio su noi tutti, comunità civile ed ecclesiale insieme: "Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”. Sono parole ricche ed evocative di Grazia, dell'opera trasformate di Dio in mezzo al suo popolo, che acquistano maggiore trasparenza e rilevanza nel contemplare, oggi, la nascita di Gesù, nella maternità di Maria: "Dio abbia pietà di noi e ci benedica". Questo il ritornello del Salmo che abbiamo ascoltato e pregato. Dio benedice. Anche il popolo benedice. C'è un circolo vitale nella reciproca benedizione di Dio al popolo e del popolo a Dio. Ed è in questo circolo di grazia che noi viviamo come Chiesa questo primo giorno dell'anno dedicato a Maria, Madre di Dio.
La benedizione di Dio ci rinnova, crea dicendo e anche la nostra benedizione deve essere creativa di bene, rinnovando le nostre relazioni civili e ecclesiali.
Carissimi, la parola di Dio ascoltata ci ricorda però anche che questo è possibile solo se sappiamo guardare il volto di Dio: preghiamo che la nostra benedizione discenda dalla contemplazione del volto di Dio che, attraverso il nostro agire, può squarciare il buio del mondo.
Pensiamo ai drammi che l'umanità vive: Gesù è pace, dice San Paolo, perché in lui si avvera la comunione tra Dio e il mondo. Se noi preghiamo per la pace - e oggi ricorre la Giornata mondiale della pace - ancora di più siamo chiamati ad essere operatori di pace, in ogni responsabilità che abbiamo nel quotidiano. È bello pensare che tutto questo possa scaturire dalla contemplazione del volto di Dio che è padre di amore e misericordia perché, nella nascita di Gesù, ci riconosciamo come suoi figli.
Con devozione affidiamo a Maria, Madre di Cristo tutta l'umanità perché ci sia pace, perché ciascuno di noi, nel riconoscersi figlio di Dio sia operatore di pace».





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