Si è tenuto ieri, 5 giugno 2023, il secondo dei tre incontri che la Diocesi di Nola e la Compagnia di San Paolino, associazione interparrocchiale che raccoglie i devoti del santo, hanno organizzato in vista della prossima Solennità del co-patrono diocesano, Paolino di Nola, sul tema «Fede, speranza e carità nella vita del Santo vescovo nolano».
Alla virtù teologale della Fede è stato dedicato il secondo incontro, presso la Chiesa dei Santi Apostoli a Nola. A relazionare sul tema monsignor Domenico Sorrentino, presbitero nolano, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, studioso di Paolino di Nola.
Dopo il saluto del vescovo di Nola, Francesco Marino, il vicario generale della Diocesi, don Pasquale Capasso, ha introdotto la serata. Presenti la presidente della Compagnia, Giusy Lanzaro, e il consiglio associativo.
Guarda il video
La traccia usata nei laboratori
La Fede sulle orme di Paolino
Dal Carme X ad Ausonio vv. 20-80 (anno 393)
«Perché, o padre, esigi che tornino ad interessarmi le Muse, che ho già ripudiato? I cuori consacrati a Cristo dicono di no alle Camene e non si aprono ad Apollo. [...] Ora una forza nuova muove la mente, un Dio più grande, ed esige costumi diversi, richiedendo per sé all’uomo il suo dono, affinché viviamo per il Padre della vita. Ci vieta di coltivare nella tranquillità o in mezzo agli affari le vuote favole dei poeti, affinché obbediamo alle sue leggi e guardiamo la sua luce, la quale è oscurata dalla scaltra speculazione dei filosofi e dall’arte dei retori e dalle fantasie dei poeti. Questi riempiono i cuori di pensieri falsi ed inutili ed istruiscono soltanto le lingue senza apportare alcun contributo che ci scopra la verità per darci la salvezza.
Quale bene o quale verità potrebbero possedere coloro che non conoscono l’origine del tutto, Dio, sostegno e sorgente del vero e del bene, che nessuno vede se non in Cristo? Questi è luce di verità, via di vita, forza, mente, mano, potenza del Padre, sole di giustizia, fonte di beni, fiore di Dio, nato da Dio, creatore del mondo, vita di noi mortali e distruttore della morte, questi il maestro delle virtù. Dio, per noi, e uomo per il nostro bene, rivestendosi di noi si spogliò di sé, riallacciando nella sua duplice natura gli eterni legami tra gli uomini e Dio. [...] Distrugge tutte le attrattive di un tempo, dandoci in cambio una gioia pura e nella sua interezza rivendica a sé col diritto del Signore le nostre cose, i cuori, le labbra e la testa. Vuol essere pensato, capito, creduto, letto, amato e temuto.
La fede nella vita futura con Dio annulla le vane tempeste che le preoccupazioni terrene suscitano nel corso della vita presente. Questa fede non rigetta come profani o di nessun valore i beni che sembra che noi disprezziamo, ma ci insegna a riporli nel cielo, come più preziosi, dopo averli affidati a Cristo Dio, il quale promise una ricompensa maggiore di ciò che gli doniamo, in modo da restituire con grande interesse mediante la sua presenza ciò che è stato disprezzato o meglio rimesso nelle sue mani. Custode fedele, da buon debitore, restituirà accresciute le ricchezze a chi ha avuto fiducia in lui e come Dio, nella sua grande munificenza, renderà con molto frutto il denaro disprezzato».
SPUNTI DI RIFLESSIONE
- La fede contrastata
Famiglia di Paolino: cristiana, ma “tiepida”. Battesimo rinviato. Contesto: società multiculturale e multireligiosa, tra paganesimo (scontro sulla “dea Vittoria” in senato) e cristianesimo (religione ormai socialmente riconosciuta, ma già tentata di mediocrità), tra eresie e dibattiti intra-cristiani (eresie trinitarie e cristologiche, arianesimo, priscillianesimo ecc.), tra “mitologia” (educazione letteraria alla scuola di Ausonio) e Bibbia, tra comunione ecclesiale e conflitti scismatici ecc. - La fede cercata
Mentre vive il suo percorso di formazione letteraria, di vita da grande proprietario, di impegno pubblico (cursus honorum tra dignità senatoriale e governatorato in Campania), Paolino si interroga. Sguardo “attento” ai segni. I segni interiori: ricerca della fede attraverso la rettitudine della coscienza “retta” in una condotta responsabile (esercizio rispettoso e benevolo dell’autorità di “governatore”, lontano dallo spargimento di sangue, generosità verso i poveri). I segni esteriori: incontro con i “testi” della fede e i “testimoni” della fede (in particolare, san Felice, santuario di Cimitile, la fede dei “semplici” e dei “poveri” pellegrini al Santuario: Carme XXI, 365-368: deposizione della “prima barba” nel Santuario. - La fede accolta
Carme XXI, 365 – 373 Toto corde fidem divini nominis hausi / inque tuo gaudens adamavi lumine Christum. Ma ancora resta il cammino delle grandi scelte, sacramentali e ascetiche. Cristo diventa la sua arte e la sua musica. At nobis ars una fides et musica Christus: Carm 20, 32 - La fede formata: alla scuola di Ambrogio di Milano ( Ep. 3, 4, 1-23 Ambrosii semper et dilectione ad fidem innutritus sum) e poi del catechista Amando a Bordeaux
- La fede celebrata. Battesimo, a Bordeaux, ricevuto da Delfino. Matrimonio con Terasia: cammino comune di fede
- La fede custodita: discernimento della voce di Dio: la morte del figlio Celso. La scelta della vita ascetica. Vendita dei beni e ascesi monastica
- La fede difesa: dialogo con Ausonio
- La fede pensata (teologia) Agostino (Ep 4 del 395: “Con le tue parole ricche di fede, di sapienza e di carità, nutri me che, come bambino ancora infante nei confronti della Parola di Dio ed ancora lattante nella vita spirituale, anelo ad esse [...] Nutrimi dunque e rafforzami nelle sacre Lettere e negli studi spirituali”. “Ruminatio” della Bibbia. Tra Girolamo, Rufino, Agostino. Teologia vissuta e teologia del vissuto.
- La fede cantata (La “nuova” poesia: i carmi: parafrasi biblica e salmica; natalicia in onore di S. Felice).
- La fede illustrata. La via del bello. Architettura e decorazioni del complesso basilicale: “biblia pauperum” (Ep. 32)
- La fede condivisa (comunione ecclesiale; amicizia spirituale)
- La fede annunciata. A Giovio “Tu puoi continuare con la tua filosofia purché la condisca di fede e di religione; e dopo averla unita a esse, usala più sapientemente per essere filosofo e vate di Dio” Ep 16, 6-7. Orizzonte e slancio missionario: Vittricio di Rouen 18, 17, del 398: gaudentes corda aspera Christo intrante posuerunt; Niceta, Carme 17, 261: per te barbari discunt resonare Christum corde romano
- La fede testimoniata (condotta di vita e “martirio”). 37, 16-21 a Vittricio di Rouen: “La grazia di Cristo e la sincerità della tua fede risplendono non solo nell’ortodossia del tuo insegnamento, ma anche nella santita’ della tua condotta di vita che già si svolge lassù nei cieli”. San Felice: “Sine sanguine martyr: carme XIV del 397 v. 4.
SPUNTI PER L'ATTUALIZZAZIONE
- Il nostro contesto pluralistico e culturalmente confuso torna a somigliare a quello di Paolino. Egli seppe “leggersi dentro” (vita “pensante” e capace di “ritiro” anche tra le occupazioni e responsabilità sociali). Si diede a leggere i “segni” di Dio, soprattutto nei “testimoni della fede” (Felice) e nella religiosità dei semplici. Quali vie per rinsaldare e approfondire la nostra fede, tra le spinte contrastanti, moltiplicate dai mass media?
- La fede di Paolino fu scelta di Cristo come “tutto” della sua vita. Cristo accolto in pienezza, come annunciato dalla Chiesa (discernimento tra le opinioni contrastanti, eresie ecc.). Cristo accolto con una precisa scelta di vita, ma anche con approfondimento intellettuale (formazione catecumenale, biblica, teologica). La nostra fede ha bisogno di formazione permanente, per non rimanere “infantile”. Quanto ne prendiamo coscienza, servendoci di tutti gli strumenti a nostra disposizione (catechesi per adulti, formazione teologica, mass media per l’approfondimento e la comunicazione della fede, ecc.)?
- La fede di Paolino fu una fede “testimoniante”, non soltanto con la scelta ascetica, ma soprattutto con la scelta della carità verso i “poveri”. Non fede “intimistica”, ma fede anche socialmente impegnata. Quale coerenza e quali “urgenze” per una testimonianza di fede significativa nella nostra società?