Si terrà dal 1 al 3 dicembre, presso il Seminario vescovile, il weekend vocazionale promosso dalla Comunità vocazionale e dal Centro vocazioni della diocesi di Nola, dedicato al tema «Vieni e Vedi».
Weekend vocazionale al Seminario di Nola: un'occasione per iniziare a progettare la vita
L'invito a partecipare è rivolto ai giovani del territorio diocesano, tra i 17 e i 25 anni. Il neo-diacono don Mario Casillo è tra i membri dell'equipe promotrice dell'iniziativa.
Don Casillo, come nasce la proposta di questo weekend vocazionale?
Nasce dalla convinzione che anche oggi ancora esistono giovani che hanno il gusto delle domande vere: "Chi sono? Cosa posso fare? Dove sto andando?" sono domande delle quali non possiamo fare a meno. C’è in ciascuno di noi un desiderio di felicità vera che non possiamo trascurare. Come già gli apostoli e tanti santi dopo di loro, anche oggi ci sono giovani che attendono uno sguardo, una parola indirizzati proprio a loro e alla loro sete di vita. Vorremmo risvegliare in coloro che accetteranno il nostro invito l’idea che vivere è trovare la propria strada, rispondere a un progetto, riconoscere sempre più in profondità i desideri che abitano il proprio cuore e rispondere così alla vocazione alla quale il Signore ci sta chiamando.
Cosa si intende per "vocazione" in questa esperienza?
Vocazione è credere che non siamo figli del caso ma di un Amore che ci ha pensati e voluti. La vita è un dono che chiede una risposta, chiama a una responsabilità. Dio chiama tutti e a ciascuno è affidata una missione specifica, pensata personalmente per lui. Con questo weekend in Seminario vorremmo provare a capire questo: la vocazione, prima ancora di essere una missione o qualcosa da realizzare per Dio, nella nostra vita, è ciò che la persona è chiamata ad essere; è la ricerca e la scoperta della propria autentica identità.
La crisi vocazionale di cui si parla molto può essere fatta dipendere anche da una forte difficoltà a comunicare con giovani di oggi. Con quali strumenti, durante il weekend proverete a superare questa difficoltà?
Non credo che ci sia bisogno di strumenti veri e propri. Insieme ai ragazzi ci saranno i seminaristi e alcuni sacerdoti, i quali racconteranno la propria ricerca di un senso alla loro vita e cosa vuol dire per loro puntare su Dio, seguendo il Vangelo ogni giorno. Abbiamo pensato di fare, con i giovani che parteciperanno, un cammino di conoscenza di sé stessi e di Dio. Metteremo a loro disposizione le ricchezze della tradizione della Chiesa ma soprattutto la nostra esperienza di vita, la nostra testimonianza.
Perché un giovane dovrebbe accettare di partecipare a questa esperienza?
Partecipare a questa esperienza vuol dire provare ad andare oltre l’ovvio, la routine, per misurarsi con una dimensione altra e alta della vita. Per noi questa dimensione alta e altra è Gesù, la Sua vita, i Suoi insegnamenti, la speranza, la pace e l’esempio che Egli ci dà. Siamo convinti, e lo sperimentiamo ogni giorno, che l’incontro con Lui cambia la nostra vita, ci dà una forza nuova per affrontare le nostre prove e camminare con fiducia. Per un giovane che sente nel cuore il desiderio di vivere una vita dedicata tutta per gli altri significa innanzitutto che si è abitati da un desiderio di vita autentica. All’inizio c’è sempre un desiderio che può essere colmato solo da un’esperienza.
Il vostro invito è rivolto a ''giovani in cerca di risposte'. La difficoltà dei giovani a scoprire la propria vocazione dipende solo dalla mancanza di risposte o anche di domande?
Direi ambedue. Con le domande giuste possiamo imparare qualcosa che non sappiamo, ma grazie alle risposte giuste scopriamo il vero e il bene che dimorano dentro di noi.
