In una Cattedrale inondata di fedeli provenienti da tutte le parrocchie diocesane, giunti a Nola per la memoria liturgica del Santo vescovo Felice e per la Conclusione del Convegno pastorale diocesano aperto il 22 settembre, la Chiesa nolana ha gioito, ieri 15 novembre, per l'ordinazione diaconale dell'accolito Mario Casillo.
Il vescovo di Nola, nell'omelia: «La Chiesa ha bisogno della gioia di chi compie la volontà di Dio»
Nell'omelia, il vescovo Marino ha invitato tutti a testimoniare la speranza della fede nella certezza del "per sempre" dell'amore di Dio in Cristo. E rivolto a neo-diacono ha detto: «Noi potremo anche diminuire nel numero, ma la fede in Gesù Cristo rimane. E questo oggi va ribadito, per questo non ci dobbiamo scoraggiare, davanti al mutare dei tempi: è la fede che detta l'agenda dei credenti è non il cambiamento dei tempi. "Chi ci separerà dall'amore di Cristo?": come San Felice ogni cristiano è chiamato a testimoniare la speranza nell'amore di Cristo, il suo durare per sempre. Carissimo Mario, sono grato ai tuoi genitori, ai formatori, ai rettori e alla comunità ecclesiale tutta che, qui riunita, testimonia la responsabilità comune per ogni vocazione, abbiamo bisogno della gioia del tuo sì e di quello di quanti sono alla ricerca della propria vocazione, per compiere la volontà di Dio. E proprio a te, faccio questa raccomandazione a partire dalla parabola del chicco che muore ascoltata questa sera: segui Cristo, perché lì dove è il Signore lì è il suo servo».
Parole che fanno eco a quanto detto al termine della Messa mattutina per l'impetrazione della Santa Manna dal tesoriere della Cattedrale, don angelo Masullo, dopo la constatazione della mancata presenza del sacro liquido con il quale San Felice conferma la propria protezione ai nolani: «Il nostro Santo ci chiede di essere noi segno della sua manna, testimoni di quell'amore che ci ha annunziato».
Al termine della celebrazione ogni parrocchia ha ricevuto un'icona del passo evangelico dei discepoli di Emmaus - scelta dalla Cei per il Cammino sinodale - per intronizzarla durante la domenica di Cristo Re dell'Universo, il prossimo 26 novembre.
L'omelia del vescovo di Nola, Francesco Marino, per la Solennità di San Felice vescovo
Carissimo Mario, carissimi tutti fratelli e sorelle nel Signore, la liturgia di questa sera, nella Solennità di San Felice vescovo, ci presenta un'abbondanza di Parola per permetterci di meglio interiorizzare la testimonianza di santità che San Felice ci ha lasciato - e di cui noi godiamo ancora dopo tanti secoli - frutto di una fede professata e testimoniata.
Un binomio che trova unità in San Felice, per questo esemplare per tutti noi, per la sua fede professata e vissuta. Ed è bello che, quest'oggi, noi sottolineiamo questo aspetto della testimonianza di San Felice a conclusione del Convegno pastorale diocesano, come impegno, di carattere pastorale, nel dialogo nell'oggi con il territorio, per un annuncio senza timori - che pure avverto nelle comunità - ma pieno di speranza.
San Paolo, in maniera lapidaria, ce lo ricorda, con una domanda: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo?". Una domanda che ci rafforza nella fede in Cristo che è fede in ciò che egli ha compiuto, nel suo amore manifestato nella sua morte e risurrezione, un amore che è fondamento dell'annuncio e della vita cristiana, un amore che rimane immutabile, nel tempo.
La fede è un dono che permane, immutabile, mutano i tempi, i costumi ma la parola di Dio, che è la manifestazione del suo disegno d'amore, rimane per sempre. Parola che si rivelata in Cristo: e la fede in Gesù Cristo rimane per sempre, perché il Signore è fedele a se stesso, perché l'amore che Cristo ci ha testimoniato con la croce è per sempre, e quello che noi abbiamo ricevuto è per sempre, rimane, e rimane perché è la verità, nella carità, che accolta nella fede è per noi criterio di cammino e dialogo, orientamento. Noi potremo anche diminuire nel numero, ma la fede in Gesù Cristo rimane. E questo oggi va ribadito, per questo non ci dobbiamo scoraggiare, davanti al mutare dei tempi: è la fede che detta l'agenda dei credenti è non il cambiamento dei tempi.
"Chi ci separerà dall'amore di Cristo?". Come San Felice ogni cristiano è chiamato a testimoniare la speranza nell'amore di Cristo il suo durare per sempre.
Carissimo Mario, sono grato ai tuoi genitori, ai formatori, ai rettori e alla comunità ecclesiale tutta che, qui riunita, testimonia la responsabilità comune per ogni vocazione abbiamo bisogno della gioia del tuo sì e di quello di quanti sono alla ricerca della propria vocazione, per compiere la volontà di Dio.
E proprio a te, faccio questa raccomandazione a partire dalla parabola del chicco che muore ascoltata questa sera: segui Cristo, perché lì dove è il Signore lì è il suo servo. Siamo chiamati a donare la nostra vita, così come l'ha donata il Signore. Un dono che arriva ad affrontare anche la morte, come ha fatto San Felice. Seguiamo il Signore, doniamo la nostra esistenza come ha fatto lui: questo è il Vangelo, questa è la nostra gioia.