Anche la bellezza del territorio diocesano sarà in esposizione al Museo dell'arcidiocesi di Monaco-Frisinga (Baviera), per la mostra “Ballando sul vulcano. Vita e fede all’ombra del Vesuvio”, visitabile dal 1 ottobre al 29 gennaio. Una collaborazione, quella tra Nola e Monaco, curata dalla direttrice dell'Ufficio beni culturali diocesano, Antonia Solpietro.
Dalla collezione del Museo diocesano provengono: una Veduta della diocesi nolana, di ambito napoletano - olio su tela del XVIII secolo - che riproduce a “volo d’uccello” i confini amministrativi diocesani in rapporto con le diocesi limitrofe e un Busto reliquiario di San Gennaro vescovo e martire, del XVII secolo, in legno scolpito, argento e mecca.
Dall’Archivio storico diocesano provengono invece: un bozzetto in china nera del XIX secolo, su carta filigranata con valore legale, con veduta del golfo e della città di Napoli con il Vesuvio in eruzione, di ignoto grafico; un testo manoscritto con descrizione dell’eruzione vesuviana del 1794, di ignoto cronista. Si aggiunge infine la stampa su carta albuminata, Rimozione ceneri vulcaniche dell’eruzione vesuviana del 1906, opera del fotografo Francesco Palma, proveniente dalla collezione privata Castaldo (San Paolo Bel Sito), raffigurante il popolo di Liveri, protetto dalla Vergine Apparete, che accorre per sgombrare dai lapilli vulcanici il viale del Santuario.
Un Busto di san Gennaro vescovo e martire, in legno scolpito e dipinto, del XVIII secolo, attribuito a Gennaro D’Amore, proviene invece dalla parrocchia di San Gennaro in San Gennarello di Ottaviano che presterà al museo tedesco anche due oli su tela, del XVIII secolo, il primo, Gloria di San Gennaro vescovo e martire, attribuito a Gennaro Abbate, l’altro, Desidero e Festo incatenati al cocchio del Preside Timoteo e trasferiti da Nola a Pozzuoli, di ignoto autore.
Giungeranno a Frisinga anche la tela del XVII secolo, Busto Reliquiario di san Gennaro con l’eruzione del Vesuvio, attribuita a Giovan Battista Spinelli, proveniente dal Convento di Santa Croce dei Padri Cappuccini di Nola, e quella di Domenico Antonio Vaccaro, Martirio di San Gennaro, del XVIII secolo, e proveniente dalla chiesa dei Santi Apostoli di Nola.