a cura di Vincenzo Fabbricatore
Il cane, a seconda della cultura, è creatura intorno alla quale si è costruito un mondo di significati vario. Oggi però, si è imposta la sua immagine di servitore fedele e amico di vita. Troviamo il cane negli ambiti più disparati: da quello medico a quello militare a quello familiare, senza dimenticare l’utilizzo nell’ambito del soccorso, a supporto dei bagnini.
Biagio D’Aniello è professore associato di Zoologia all’Università degli Studi di Napoli Federico ll: si occupa dello studio delle cognizioni canine. Ma, nei mesi estivi, D’Aniello diventa bagnino di salvataggio insieme al suo cane Flash, una femmina di labrador, arrivato in famiglia quando i tempi erano maturi per accoglierlo: «Abbiamo avuto un meticcio che ha vissuto con noi per diciassette anni. Alla sua morte abbiamo deciso di non adottarne altri, questo perché avevamo due bambine piccole e non avremo avuto la possibilità di dare le giuste cure e attenzioni, perché i cani hanno bisogno di essere seguiti, specialmente nei primi mesi di vita. Così abbiamo atteso che le bambine diventassero più grandi e abbiamo preso un Labrador, che abbiamo chiamato con lo stesso nome del vecchio cane: Flash».
Scegliere di accogliere un cane è infatti una responsabilità che spesso non si riesce poi a gestire, arrivando all’abbandono, soprattutto nel periodo estivo: «Una situazione - sottolinea D’Aniello - che si ripropone ogni anno, ma sto notando che il fenomeno sta calando, questo perché c’è una maggiore consapevolezza verso gli animali domestici, perché ci sono maggiori controlli, e soprattutto sembra che le strutture turistiche stiano iniziando ad accettare i cani». Piccoli segnali che fanno ben sperare, ma quali sono i retroscena di una vita insieme a questi animali domestici? Come ci si dovrebbe comportare con loro? «I cani sono diversi l’uno dall’altro. Bisogna viverci e cercare di comprendere le loro esigenze e necessità, in modo da farli ambientare e farli sentire a proprio agio nel contesto familiare. Per fare ciò c’è bisogno di relazionarsi e c’è da dire che i cani comunicano con noi meglio di come noi lo facciamo con loro. Riescono a capire ciò che facciamo da un semplice movimento, magari ci muoviamo verso il guinzaglio e loro capiscono che devono uscire, ci muoviamo verso gli asciugamano e loro capiscono che è l’ora del bagnetto».
Osservando il proprio cane, il professore è riuscito a scovare ciò che questi amava e ama fare: nuotare.
«Flash è un cane di famiglia come tutti gli altri, ma ha seguito un percorso di addestramento per il salvataggio nautico. Ho deciso di farglielo seguire perché la prima volta che andammo al mare lei aveva appena tre mesi, eravamo sulla spiaggia di Marina di Camerota, e quando vide la distesa d’acqua annusò un attimo, poi si lanciò e iniziò a nuotare verso il largo. Non voleva tornare e dovetti andare a riprenderla per riportarla fuori, ma appena ci distraevamo un attimo correva di nuovo in mare. Passava così le sue giornate e di conseguenza ho creduto che per lei fosse naturale svolgere questo lavoro».
Così è iniziata la ‘carriera’ di Flash, che è stata addestrata alla Scuola Italiana Cani Salvataggio, associazione nata a Milano e oggi presente in ogni regione d’Italia: è la più grande organizzazione cinofila mondiale. All’attivo conta oltre mille iscritti e circa quattrocento unità cinofile operative. «Flash si è ritrovata numerose volte a dover apportare dei salvataggi, talvolta più semplici, talvolta più complicati. Un intervento che più mi ha provato è stato quando l’ho persa in acqua. Avevo portato a riva una persona svenuta e l’avevo lasciata ai bagnanti, così che chiamassero i soccorsi. Subito mi accorsi di non vedere più Flash. Iniziai a correre tra la folla chiamandola ripetutamente ma non vedendola arrivare iniziai a preoccuparmi. All’improvviso però l’ho vista sbucare dall’acqua con una persona aggrappata. Era andata da sola ad aiutare un bagnino in difficoltà».
Situazioni in cui si rischia tutto, per portare in salvo delle vite umane. Viverle al fianco di qualcuno ti lega inesorabilmente.
«Ci sono state tre o quattro volte in cui ho creduto di non tornare a riva. E mentre cercavamo di nuotare, per quanto sfiniti, io la guardavo e lei mi guardava. Si è creata un’intesa»
Oggi Flash ha quindici anni ed è stata in attività per tredici. Quest’ultimo dato è il suo record più difficile da battere, infatti è davvero inusuale che un labrador raggiunga i tredici anni di attività. Inoltre si tratta del cane con più salvataggi al mondo, ben diciotto. Per i suoi interventi ha ricevuto la medaglia d’oro al valor cinofilo, consegnatagli nel Salone dei Cinquecento a Firenze, davanti al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Altre onorificenze sono: l’Oscar per la sicurezza in mare nel 2014 e una da parte delle guardie ambientali di brindisi, per aver salvato una famiglia alla deriva su un battello. Infine, il professore è stato insignito del titolo di cittadino benemerito del comune di Centola, grazie ai vari salvataggi portati a termine a Palinuro: «Mi piace pensare – conclude D’Aniello - che questa onorificenza l’abbiano data a lei».