Quando il medico, entrò nella sua stanza, il Padre gli disse: «Avete fatto bene di venire non per visitarmi perché non ci è di bisogno, ma per darvi la mia benedizione a voi ed a tutta la vostra famiglia, la quale sarà l’ultima». Il medico rispose: «Non sia, che sarà per noi tutti una grande sventura», e il Padre, sorridendo, disse: «No, ma se questa è la volontà di Dio, bisogna che tutti si accomodino».
Si tratta del dialogo tra il dottor Angrisani e padre Ammirati, nelle ultime ore di vita di quest’ultimo. Traspare la tranquillità di un autentico testimone della fede e lo smarrimento di chi non vorrebbe perdere un punto di riferimento spirituale. Padre Alessandro Ammirati nasce a San Gennarello di Ottaviano il 10 settembre del 1815 da Saverio e Maria Giuseppa Leone. Entra giovanissimo nell’Ordine del SS Redentore fondato da sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Compie gli studi teologici in provincia di Foggia: lì si distingue per la grande bontà, l’umiltà e la mitezza di carattere. Trascorre vari anni come Rettore del Seminario e come Prefetto degli studenti redentoristi. Con la sua bontà seppe guadagnarsi la simpatia e l’affetto di tutti. Sempre raccolto in preghiera, l’affabilità ne contraddistingueva il tratto. Il 12 maggio 1877 padre Ammirati è nominato dal Consiglio comunale di Somma Vesuviana (Na), Rettore provvisorio della Chiesa di San Domenico, per la quale la popolazione sommese in quel tempo aveva un particolare culto. E anche qui si distingue per la capacità di essere padre e consolatore di tanti, specie nelle contrade popolari. In «Biografie manoscritte» di lui Padre Schiavone ha detto:
«In quanto alla carità era ammirabile, era un vero portento di benedizioni dovunque si accostava: non perdonava né a sonno né a riposo, né a spesa, tutto sacrificava per compiere il bel precetto della carità. In quanto poi agli infermi non ci era limite fin dove si spandesse la sua carità; e quando si trattava di una malattia, per lui non c’erano né Regole, né ragioni, ma tutto si studiava per contentare l’infermo e alleggerire i di lui mali». Padre Ammirati aveva compreso il cuore del Vangelo, e lo esprimeva con gioia e semplicità: «Quanto sarà bello quando Gesù Cristo mi dirà: ‘Ciò che hai fatto al tuo fratello lo facesti a me stesso’».
Ammirati muore a Somma il 4 febbraio del 1896. Attualmente i suoi resti mortali riposano proprio nella cittadina vesuviana, riposti nella Cappella della famiglia De Stefano. Si narra che dopo la sua morte la gente abbia iniziato a tagliare per devozione pezzettini delle sue vesti per conservarle come preziose reliquie. Gesti di chi si è sentito amato perché ha incontrato un uomo di Dio*.
*Il testa è stato pubblicato sul numero di giugno del mensile diocesano inDialogo.
Foto di copertina: http://www.santalfonsoedintorni.it/moutet-jean-baptiste-redentorista.html