È da meditare l’intervento del Papa all’Udienza generale dell’11 ottobre.
Il tema è delicato, la speranza: «Ogni mattina – scrive – è una pagina bianca che il cristiano comincia a scrivere con le opere di bene». Leggendolo, sono ritornato con la mente agli incontri con i giovani del territorio e all'ascoltato desiderio di testimoni di speranza, bisogno di bene, bisogno di Chiesa che c’è. Quella Chiesa che, ci ricorda la Lumen Gentium, «è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano».
Gli uomini e le donne di questo terra, giovani e non, hanno bisogno di scelte efficaci per la risoluzione di questioni che impediscono di vivere e obbligano a condurre «non–vite». Come Chiesa locale siamo chiamati a «ridare vita», non sostituendoci alle istituzione preposte ma impegnandoci per un dialogo che favorisca la comunione e quindi l’adozione di scelte di bene comune. Ma siamo chiamati al dialogo da testimoni del Signore.
L’«in Cristo», prima citato, mi interpella e mi commuove, sempre, e mi riporta alla memoria le parole sulla Chiesa – una dichiarazione d’amore – di Carlo Carretto, un testimone di speranza, che pur confessando di aver desiderato di abbandonare la Chiesa affermava: «No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo».
È Cristo la fonte del bene che, come Chiesa, siamo chiamati a far fiorire ogni giorno: «Dopo aver conosciuto Gesù – scrive ancora papa Francesco – noi non possiamo far altro che scrutare la storia con fiducia e speranza. Gesù è come una casa, e noi ci siamo dentro, e dalle finestre di questa casa noi guardiamo il mondo». Cristo è la speranza che fa camminare, anche dopo un errore; che fa sorridere anche tra le lacrime; che fa amare anche nella delusione; che ribalta le logiche disumane anche nell’oppressione. Cristo è la speranza che fa amare il mondo così come umanamente è, la Chiesa come umanamente è.